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In questa fase, la crescita sembra essere la più rapida. Ma le conoscenze sono per lo più teoriche. Un trader principiante, come uno spettatore di una serie TV, deve conoscere i personaggi, comprendere il contesto storico e solo allora “prevedere i colpi di scena”.
Nella fase successiva — pratica — le basi vengono sfruttate a fondo. Il trader si interessa sempre meno alla teoria. Ha bisogno di “segnali” con elevato valore predittivo — non importa se derivano da modelli fondamentali, pattern tecnici o addirittura astologia. È pronto a utilizzare tutto. La crescita resta ampia, ma più selettiva. La conoscenza fine a sé stessa viene abbandonata. Conta il valore pratico.
Col tempo, tutte le “trame” principali convergono in una comprensione comune. Tutte le serie si fondono in una. Il trader si dedica allo sviluppo intensivo: guarda dentro di sé, combina le migliori strategie considerando le circostanze e le sue caratteristiche psicologiche.
1. Strumenti di sviluppo
In ogni fase il trader può aver bisogno di strumenti differenti: libri, film, video formativi, corsi. Di solito dedica un’ora al giorno o più, seguendo una lista predefinita.
Due obiettivi principali: trasformare la quantità di conoscenza in qualità (le leggi della dialettica operano indipendentemente) e annotare idee interessanti per testarle in seguito e, se efficaci, integrarle nel sistema di trading.
Oltre a un flusso di informazioni di qualità, servono strumenti per mantenere equilibrio e progresso. Un buon metodo è tenere dei diari: almeno due.
Il primo diario serve ad analizzare le operazioni recenti prima del trading. Questo fornisce pazienza, disciplina nella scelta dei segnali e, soprattutto, collega tutte le operazioni in una narrazione coerente. Il trader ricorderà chiaramente errori, successi, sensazioni e riflessioni su cosa avrebbe dovuto fare.
Il secondo diario serve per individuare pattern robusti e altre migliorie al sistema di trading. Lo scopo è documentare la ricerca della strategia ideale. Potrebbe esistere, oppure ognuno ha la propria. L’importante è non utilizzare strategie sperimentali nel trading reale senza averle testate con successo per 50–100 operazioni su un conto demo.
Nel lavoro di ricerca può essere utile un’“ora delle idee folli”: sperimentare pattern assurdi per rendersi conto che il profitto non si nasconde solo nelle idee note, ma anche in quelle inaspettate.
2. Elenco di libri, film e altre risorse
Prima di iniziare l’auto-sviluppo, vale la pena stilare un elenco orientativo — può essere noioso, ma evita l’incertezza su cosa studiare oggi. Si possono alternare giorni “di lettura” e giorni “di film”. L’importante è la costanza.
I libri si dividono in due tipi: fondamentali e scritti da trader affermati. Per la macroeconomia, un manuale semplice è sufficiente — i concetti chiave si possono assimilare in uno o due mesi.
Per la statistica aziendale, Graham e Damodaran sono classici; non serve studiarli in profondità: un riassunto o una serie di lezioni (es. Damodaran su YouTube) bastano per comprendere le idee principali.
Quanto ai libri scritti da trader di successo, scegli in base ai fatti: Larry Williams (11.376% annuo nel 1987 al Robinson Cup), Marty Schwartz (risultati costanti nei tornei), Ryan Jones (“Make Millions by Playing with Numbers”), psicologia: Bill Williams (“Trading Chaos”), Jesse Livermore, Edward Thorp.
I film di finzione hanno un valore educativo limitato, ma ispirano: Dumb Money, Pi, Billions, Limitless, Wall Street, The Big Short, A Good Year, Revolver. Ci sono poi documentari e podcast — la loro scelta richiede la stessa attenzione di quella dei libri.